Il 10 dicembre 2025, la Corte Costituzionale del Kirghizistan ha ritenuto inammissibile e giuridicamente impossibile il ripristino della pena di morte tramite emendamento costituzionale, considerandolo contrario alla Costituzione e agli obblighi internazionali del paese.
Come affermato nel comunicato stampa pubblicato dalla Corte Costituzionale del Kirghizistan, la corte ha esaminato la richiesta dell'amministrazione del presidente del paese, Sadyr Japarov, riguardante il progetto di emendamenti che consentirebbero la pena di morte per lo stupro di minori e per l'omicidio associato a stupro. Nell'analisi, la Corte Costituzionale ha preso in considerazione la coerenza delle modifiche proposte con la Legge Fondamentale come sistema integrale e il loro impatto sui fondamenti dell'ordine costituzionale, al cui centro vi sono i diritti e le libertà fondamentali dell'uomo e il carattere democratico dello Stato.
Al termine dell'esame, la corte è giunta alla conclusione che un tale ripristino della pena di morte non è in linea con la Legge Fondamentale.
La corte ha sottolineato che i diritti e le libertà dell'uomo sono sanciti dalla Costituzione come valore supremo. Come riportato nella decisione della corte, il sistema di garanzie per la loro tutela costituisce il fondamento dell'ordine costituzionale e determina i limiti delle modifiche ammissibili alla Legge Fondamentale. Particolare enfasi è stata posta sull'inammissibilità di un «regresso» nel livello di protezione dei diritti (non regresso), poiché la stabilità e la coerenza delle garanzie esprimono la priorità della persona e della sua dignità. In questo contesto, il divieto della pena di morte e il riconoscimento del significato prioritario del diritto alla vita hanno non solo una dimensione normativa, ma anche un profondo valore.
La Corte Costituzionale ha anche evidenziato l'aspetto giuridico internazionale della questione. Poiché la Costituzione della Repubblica del Kirghizistan stabilisce che i principi e le norme generalmente riconosciuti del diritto internazionale sono parte integrante del sistema giuridico del paese, lo Stato è tenuto a rispettare i trattati ratificati quando adotta decisioni interne. Facendo riferimento alla Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati, la corte ha osservato che uno Stato non può giustificare l'inadempimento di un trattato internazionale con il proprio diritto interno, e che la cessazione o la sospensione di un trattato è rigorosamente limitata alle condizioni in esso stabilite.
Sulla base di una combinazione di argomenti costituzionali e di diritto internazionale, la Corte Costituzionale ha concluso che il ripristino della pena di morte attraverso un emendamento costituzionale non è conforme alla Legge Fondamentale ed è inammissibile e, in senso giuridico, impossibile. Di conseguenza, il progetto di legge per modificare la Costituzione non può essere sottoposto a referendum, e tutte le procedure per la sua approvazione cessano dal momento dell'entrata in vigore del parere della Corte Costituzionale.
ℹ️ L'iniziatore del ritorno della pena di morte per reati particolarmente gravi contro bambini e donne era stato in precedenza il presidente Sadyr Japarov, e il pretesto per ciò era stato l'omicidio di grande risonanza della diciassettenne Aisuluu Mukasheva, rapita e stuprata il 27 settembre. Gli emendamenti per il ripristino della pena di morte erano stati sottoposti a consultazione pubblica, e il Kirghizistan intendeva anche ritirare la ratifica del protocollo ONU per l'abolizione della pena di morte.



