La rivista Nature ha ufficialmente ritirato una clamorosa pubblicazione scientifica sulle conseguenze del cambiamento climatico dopo che nei calcoli sono state identificate errori critici negli indicatori economici dell'Uzbekistan. I dati inesatti su questo paese hanno sostanzialmente distorto la previsione globale delle perdite per l'economia mondiale, come si legge nella smentita pubblicata il 3 dicembre.
La verifica ha mostrato che i risultati dello studio si sono rivelati eccessivamente sensibili all'esclusione del campione relativo proprio all'Uzbekistan. Nei dati originali di questa repubblica per il periodo dal 1995 al 1999 sono state riscontrate gravi imprecisioni. Gli autori del lavoro hanno riconosciuto che queste inesattezze rendono impossibile mantenere l'articolo nella sua forma attuale.
Le ingenti perdite previste nell'articolo si sono rivelate una diretta conseguenza degli errori nelle statistiche di un singolo paese. Il direttore del laboratorio di politica globale dell'Università di Stanford, Solomon Xiang, ha scoperto l'anomalia sperimentalmente. Ha scoperto che escludere l'Uzbekistan dall'insieme dei dati cambia radicalmente le cifre finali.
Nel modello originale si presumeva che il PIL dell'Uzbekistan nel 2000 si fosse ridotto di quasi il 90%. Allo stesso tempo, nel 2010 in alcune regioni del paese si sarebbe registrata una crescita superiore al 90%. Tali fluttuazioni contraddicono le statistiche economiche ufficiali. Secondo i dati della Banca Mondiale, lo sviluppo economico dell'Uzbekistan negli ultimi 40 anni è stato relativamente stabile. Gli indicatori variavano da un calo dello 0,2% a una crescita del 7,7%.
Dopo il ricalcolo, il previsto calo del PIL mondiale entro il 2100 è sceso dal 62% dichiarato al 23%, e entro il 2050 dal 19% al 6%. Ora il danno al PIL mondiale dovuto al cambiamento climatico entro il 2050 è stimato al 17% invece che al 19%.
ℹ️ L'articolo ritirato ha avuto un enorme impatto ed è diventato il secondo più citato dai media nel 2024. I dati in esso presentati sono stati utilizzati per la pianificazione strategica ai massimi livelli. Le conclusioni degli scienziati sono state utilizzate dal governo degli Stati Uniti, dalla Banca Mondiale e da altre organizzazioni internazionali.
